

Adios
Regia
Simon Waldvogel
Produzione
Atré Teatro
Collettivo Ingwer
Collettivo Treppenwitz
Anno
2017
Durata
1 h 05 min.
Lingua
IT
Scheda artistica
Recensioni
Premi e riconoscimenti
Vincitore della IV edizione di Giovani Direzioni 2017
Vincitore del bando MIND THE GAP 2017
Menzione speciale drammaturgia Premio Sonia Bonacina – 2017
con il sostegno di
“E se mi fermassi per un po’? Quanti anni sono passati? Per quanto tempo è “per sempre”? Avevo paura di essere troppo felice.”
Repubblica e Cantone Ticino DECS - Swisslos, Ernst Göhner Stiftung, SIS Schweizerische Interpretenstiftung
In collaborazione con
LuganoInScena, Teatro Foce Rassegna HOME, Campo Teatrale Milano
Descrittivo
Un limbo. Tre sorelle intrappolate. Come dentro un sogno ricorrente. Una scatola bianca, nella quale le donne si confronteranno sul senso della vita, della figura materna e del passaggio dal mondo incantato dell’infanzia a quello adulto. In questa metamorfosi dovranno ripercorrere le tracce che hanno lasciato dietro di loro. Molto diverse l’una dall’altra, le sorelle si faranno portatrici di un punto di vista specifico, andando ad analizzare come ognuna di loro ha vissuto la propria infanzia e adolescenza in maniera poco vitale. Delegando tutte le decisioni alla propria madre e aspettando che accadesse qualcosa che non è mai accaduto, le tre sorelle si renderanno conto di essere diventate grandi, troppo grandi per non vedere gli schemi che le hanno intrappolate in convenzioni, speranze e desideri repressi. Anello di congiunzione tra il prima e il dopo è una donna alata, arpia e angelo allo stesso tempo. Questa presenza misteriosa le accompagnerà in questo viaggio. Sarà lei a scandire il tempo delle tre sorelle rinchiuse nel limbo. Confuse e spaventate, senza sapere come affrontare questa metamorfosi, si renderanno conto ben presto di aver vissuto sotto anestesia che però non è riuscita ad addormentare la loro voglia di emanciparsi. L’ironia con la quale le sorelle affronteranno loro stesse, le loro paure e le loro qualità, le unirà sempre di più; e anche nei luoghi più bui ridere di sé stesse si rivelerà l’unica e vera arma rimasta.














Fotografie di: Federico Torra